venerdì 30 dicembre 2011

Repast (Meshi)

a.k.a. めし / Il pasto / A Married Life / Almoço
Le repas / To gevma / Vida de Casado

Anno 1951
Durata 1h 37'
Da un romanzo di Fumiko Hayashi
Sceneggiatura di Toshiro Ide e Sumie Tanaka
 Fotografia di Masao tamai
Musiche originali di Fumio Hayasaka




---- Regia di Mikio Naruse ----


Interpreti principali: Ken Uehara (Hatsunosuke Okamoto), Setsuko Hara (Michiyo Okamoto), Yukiko Shimazaki (Satoko Okamoto), Yoko Sugi (Mitsuko Murata, la cognata di Michiyo), Akiko Kazami (Seiko Tomiyasu), Haruko Sugimura (Matsu Murata, al madre di Michiyo), Ranko Hanai (Koyoshi Dohya), Hiroshi Nihon'yanagi (Kazuo Takenaka), Keiju Kobayashi (Shinzo Murata, il fratello di Michiyo), Chieko Nakakita (Keiko Yamakita)














(Tradotti da Dan per www.AsianWorld.it)

giovedì 29 dicembre 2011

Hideko The Bus Conductress (Hideko no shasho-san)

a.k.a. 秀子の車掌さん / Hideko, Hospedeira de Autocarro 
Hideko, receveuse d'autobus
Anno: 1941
Durata: 54'
Da un romanzo di Masuji Ibuse, sceneggiatura di Mikio Naruse
Musiche di Nobuo Iida
Fotografia di Ken Azuma


---- Regia di Mikio Naruse ----

Interpreti principali: Hideko Takamine (Okoma, la bigliettaia dell'autobus), Keita Fujiwara (Sonoda, autista dell'autobus), Yotaro Katsumi (il proprietario della compagnia di autobus 'Kohoku'), Daijirô Natsukawa (Gonji Igawa, lo scrittore), Tamae Kiyokawa (proprietaria del bar), Keiji Sakakida (avventore del bar), Kimie Hayashi (impiegato), Tsuruko Mano (madre di Okoma)









(Tradotti da Cignoman per www.AsianWorld.it)

Spring Awakens (Haru no mezame)

a.k.a. 春のめざめ / Il risveglio della primavera / L'Éveil du Printemps
Anno: 1947
Durata: 89'
Cast artistico: Tatsuya Ishiguro, Haruko Sugimura, Yoshiko Kuga, Takashi Shimura, Yuriko Hanabusa, Choko Iida, Sachiko Murase

Sceneggiatura di Mikio Naruse e Toshio Yasumi
Fotografia di Shunichiro Nakao
Scenografie di Keiji Kitagawa
Musiche di Nobuo Iida

- - Regia di Naruse Mikio - - -

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TRAMA - - Kumiko, le sue amiche e i suoi amici alle prese con le tensioni e i piccoli grandi traumi della prima adolescenza, nel tentativo di dipanare il mistero affascinante e a volte inquietante della sessualità.

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COMMENTO Ecco un'opera di Naruse che, a mio avviso, va analizzata in parallelo al suo Sincerity (Mogokoro) del 1939: entrambi due film attribuiti da qualche critico miope alla cosiddetta "epoca buia" nella produzione del Maestro, entrambi due film sugli adolescenti, ma prodotti in un contesto sostanzialmente mutato. Il Giappone è cambiato, la guerra è finita: se in Sincerity vengono veicolati valori coerenti con la retorica dell'imperialismo militarista, qui siamo di fronte ad un documento interessantissimo che testimonia lo sforzo compiuto dagli occupanti americani e dal generale-shogun MacArthur, attraverso il Civil Information and Education (CIE), per fare del cinema un veicolo di educazione del nuovo Giappone democratico. Ancora soltanto propaganda? No, per fortuna. Naruse in questa pellicola affronta i risvolti sociali e psicologici inerenti l'educazione sessuale degli adolescenti, lo potremmo definire un "melodramma educativo". La censura del regime imperiale giapponese aveva bandito per anni i riferimenti espliciti alla sessualità e persino i baci nei film, ma con l'arrivo degli americani le cose sono radicalmente cambiate e l'approccio suggerito non è più repressivo ma scientifico.
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Pensateci per un momento: un tema del genere nel 1947! La domanda è quanto mai classica: come nascono i bambini? A mio avviso ancora una volta il Maestro dimostra una grande sensibilità e una capacità di rappresentazione di grande valore cinematografico e umano, restituendoci un ritratto dell'adolescenza fresco e assai credibile, assieme ad una tensione palpabile tra il bisogno di svelare e la necessità di alludere, tra le istanze melodrammatiche e quelle edificanti, tra gravità e leggerezza. I personaggi principali sono sei adolescenti di una piccola città di provincia, tre maschi e tre femmine, alle prese con la primavera della loro vita, da cui il titolo: la più sensibile dei sei è la protagonista, Kumiko (interpretata da Yoshiko Kuga), figlia di genitori piuttosto severi e all'antica, avida lettrice delle poesie ottocentesche del tedesco Christian Johann Heinrich Heine. Ecco che la poesia, e i riferimenti all'amore fisico in essa contenuti, diventano il primo di una lunga e variegata serie di segnali che polarizzano l'attenzione della ragazza sul mistero della sessualità. Una cameriera viene cacciata perché si incontra di nascosto con il suo innamorato, viene trovata dagli insegnanti una fotografia pornografica a scuola, nascono bambini, ragazze si maritano, le riviste e l'arte propongono immagini che fanno leva sulle forme femminili, le allusioni degli adulti ecc...
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In questo contesto tumultuoso, Kumiko viene invitata dagli amici ad unirsi ad una sorta di circolo artistico-letterario i cui animatori sono il fratello della sua amica Hanae, il pittore in erba Noshiro e il figlio del dottor Ogura, Koji. L'aspetto più riuscito, secondo me, è proprio la rappresentazione di questo bisogno degli adolescenti di fare gruppo, di trovare un'identità di cui farsi forti attraverso la coesione, la creatività: un po' come nei teenage movies di oggi che parlano di band giovanili, i ragazzi di Spring Awakens si danno arie da bohemienne e flirtano, ma soprattutto creano quella struttura sociale alternativa alla famiglia che dà modo a ciascuno di sviluppare la propria individualità emancipandosi dalla famiglia e venendo a contatto con un mondo plurale, più vasto, stimolante. Così si diventa adulti. La sensibilità di Kumiko la rende particolarmente vulnerabile all'angoscia provocata dai silenzi pudibondi di una società repressiva, rappresentata in prima istanza da sua madre (l'attrice Haruko Sugimura, qui ancora giovanissima e piuttosto bella). Al polo opposto troviamo la figura del medico (interpretato dal grande Shimora Takashi de L'angelo ubriaco di Kurosawa), padre di Koji, che rappresenta l'approccio moderno, scientifico, filo-americano, se vogliamo, ma soprattutto a mio avviso confuciano. È lui il saggio, lo scienziato, l'uomo sensibile, lungimirante, l'uomo del buon senso, che dà valore all'educazione. Brilla come un faro per scacciare i residui di un medioevo che, da noi in Italia, trova il suo parallelo nella cultura cattolica tradizionalista. In una scena lo vediamo porgere al figlio, innamorato di Kumiko, un manuale di educazione sessuale: cose che da noi nel 1947... Ma il mosaico descritto nel film è ben più vasto, i personaggi secondari ci mostrano un'articolazione di approcci e atteggiamenti interessante e realistica, si tocca esplicitamente anche il tema delle gravidanze indesiderate causate, a detta del dottor Ogura, proprio dall'ignoranza e dall'abdicazione della famiglia al suo ruolo di ente educatore di prima istanza. In particolare un approccio differente al problema viene dalla famiglia di Hanae, la cui madre è una donna di mondo, smaliziata, realista, un'imprenditrice che gestisce la locanda Akebono e conosce bene l'arte dell'intrattenimento maschile: nelle sue parole vi è l'esplicita condanna della repressione imposta dalla famiglia alla legittima affermazione dell'individuo nelle questioni d'amore, contemperata però dal buon senso e dall'esperienza.
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Riporto di seguito qualche dialogo illuminante tratto dal film, in cui si può leggere anche una tendenza a tratti didascalica, quasi da cinegiornale educativo. Il fratello di Hanae agli amici, sull'ipocrisia strisciante: "Oggigiorno la gente sembra tanto progressista, ma in certe questioni, come il sesso, è regredita, invece". Le ragazze discutono dell'emancipazione femminile: "Ma uomini e donne hanno gli stessi diritti. Se una ragazza studia con impegno, può arrivare lontano anche lei". Le parole del dottor Ogura: "Viene un momento per dei genitori in cui si deve smettere di pensare ai figli come a dei bambini. Fa parte del dovere dei genitori assicurarsi che i cambiamenti che vivono i figli vengano affrontati nel modo giusto. È pericoloso lasciare che un adolescente faccia le proprie esperienze senza una guida. I genitori devono impegnarsi perché i figli difendano ciò che va difeso e li devono aiutare a vivere la loro adolescenza con spensieratezza e senza traumi". Spero che le mie parole vi abbiano incuriositi, Naruse non delude (memorabile la scena climax del bacio rubato mostrato ma non mostrato su di un prato, così come quella del litigio tra Kumiko e la madre reticente a parlare della sessualità), ma il valore di questo film, ripeto, a mio avviso sta soprattutto nel testimoniare l'evoluzione dei costumi nel Giappone degli anni dell'occupazione. La prima scena di bacio esplicito in un film giapponese, comunque, si trova in Twenty-Year-Old Youth (Hatachi no seishun), di Sasaki Yasuchi, del 1946.




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NOTA IN CALCE - - In questo film recita la parte della protagonista, Kumiko Hirobe, l'attrice allora sedicenne Yoshiko Kuga: si trattò della sua seconda interpretazione dopo quella nel film collettivo Four Love Stories prodotto dalla TOHO. Figlia di un nobile giapponese membro della camera alta negli anni '30, Yoshiko Kuga diventerà una delle stelle del cinema giapponese. Basta citare qualche titolo per "spaventarci": L'angelo ubriaco e L'idiota di Akira Kurosawa, Racconto crudele della giovinezza di Nagisa Oshima, Buon giorno e Fiore d'equinozio di Yasujiro Ozu, Older Brother Younger Sister e Delinquent Girl di Mikio Naruse, Portrait of Madame Yuki e The Woman in the Rumor di Kenji Mizoguchi, Banka di Heinosuke Gosho, Zero Focus di Yoshitaro Nomura. Nel 1961 sposò Akihiko Hirata, l'attore famoso per la sua partecipazione ai più celebri film del genere kaiju (film fantascientifici-catastrofici sui mostri) e per la trilogia Samurai di Hiroshi Inagaki.


(Tradotti da Cignoman per www.AsianWorld.it)

Mother (Okaasan)

a.k.a. おかあさん / Madre / La mère / Mateczka / Mitera


Anno: 1952

Durata: 1h 27'

Sceneggiatura di Yoko Mizuki

 Musiche di Ichiro Saito
Fotografia: Hiroshi Suzuki
Montaggio: Hidetoshi Kasama
Scenografia di Kato Masatoshi


 






Interpreti principali: Kinuyo Tanaka (Masako Fukuhara), Kyoko Kagawa    (Toshiko Fukuhara), Eiji Okada (Shinjiro), Akihiko Katayama (Susumu Fukuhara), Daisuke Kato (lo zio Kimura), Yonosuke Toba (Naosuke Fukuhara), Masao Mishima (Ryousuke Fukuhara), Chieko Nakakita (la zia Noriko), Atsuko Ichinomiya (Koyo Fukuhara), Noriko Honma    (Mino Hirai), Sadako Sawamura (O-Sei), Zeko Nakamura (Shinzou Hirai), Keiko Enami (Hisako Fukuhara), Takashi Ito (Tetsuo Kurihara)

 ---- Regia di Mikio Naruse ----






(Tradotti da Dan & feder84 per www.AsianWorld.it)

Lightning (Inazuma)


a.k.a. 稲妻 / Il lampo / Bliksem / L'éclair

Anno: 1952
Durata: 1h 27'
Da un romanzo di Fumiko Hayashi (edito in Italia da Marsilio, 2011)
Sceneggiatura di Sumie Tanaka e Toshiro Ide
 Musiche di Fumio Hayasaka
Fotografia di Saito Ichiro

 ---- Regia di Mikio Naruse ----



Interpreti principali: Hideko Takamine (Kiyoko), Mitsuko Miura (Mitsuko), Kyoko Kagawa (Tsubomi), Chieko Murata (Nuiko), Jun Negami (Shuzo), Eitaro Ozawa (Tsunakichi), Kumeko Urabe (Osei), Chieko Nakakita (Ritsu), Hisako Takihana (Tome), Kenzaburo Uemura (Ryuzo), Mariko Sugioka (Katsura), Osamu Maruyama (Kasuke) 














(Tradotti da polpa per www.AsianWorld.it)

Late Chrysanthemums (Bangiku)


a.k.a. 晩菊 / Crisantemi tardivi / Chrysanthèmes tardifs /
Crisântemos Tardios / Ta teleftaia hrysanthema

Anno: 1954
Durata: 1h 41'
Da un racconto di Fumiko Hayashi
Sceneggiatura di Fumiko Hayashi, Sumie Tanaka, Toshiro Ide
Scenografie di Sumie Tanaka e Toshiro Ide
Fotografia di Masao Tamai
Musiche originali di Ichiro Saito
Prodotto da Masumi Fujimoto

 ---- Regia di Mikio Naruse ----





Interpreti principali: Haruko Sugimura, Sadako Sawamura, Chikako Hosokawa, Yûko Mochizuki, Ken Uehara, Hiroshi Koizumi, Ineko Arima, Bontarô Miyake, Sonosuke Sawamura, Daisuke Katô, Haruna Kaburagi, Yoshiko Tsubouchi, Yaeko Izumo, Tsuruko Mano, Toshiko Nakano, Jiryou Kumagaya, Masayoshi Kawabe, Akira Tani. 

Il film è stato tratto da tre racconti della famosa Fumiko Hayashi, la stessa autrice dalle cui opere sono stati tratti anche molti altri film di Naruse del periodo post-bellico, come ad esempio "Ukigumo" ("Floating Clouds" del 1951), "Meshi" ("Repast "del 1951), "Inazuma" ("Lightning" del 1951). Nel 1962 Mikio Naruse realizzerà anche un film tratto dall'autobiografia di Fumiko Hayashi, "Hourou-ki" (in inglese conosciuto come "A Wanderer's Notebook" o anche "Lonely Lane").
Siamo a Tokyo, sono gli anni '50: quattro donne, geisha non più in attività e ormai prossime alla mezza età, sono alle prese con l'amarezza e le delusioni di una vita che ormai sembra poter regalare loro ben poco. Okin, interpretata da Haruko Sugimura, è la prima a comparire nella sequenza iniziale del film: la prima inquadratura la coglie significativamente mentre sta contando un cospicuo fascio di banconote. Ora infatti si guadagna da vivere prestando denaro e speculando su terreni e immobili; non ha figli e vive sola con un cane e una cameriera emblematicamente sordo-muta: la più affidabile sulla piazza in quanto a riservatezza, "...i segreti con lei di certo sono al sicuro..". L'unica persona con cui sembra avere un rapporto umano vero è lo scaltro contabile Itaya, interpretato da Daisuke Kato (uno dei celeberrimi "Sette samurai" di Kurosawa). Okin presta denaro anche alle sue vecchie conoscenze dell’ambiente delle geisha e passa le giornate a tallonarle per farsi pagare le rate e gli interessi. Nel suo passato di geisha ci sono stati amori travolgenti e un tentato omicidio a sfodo passionale, ma l'uomo che amava si è fatto una famiglia sposando un'altra, mentre lo spasimante che tentò di uccidersi con lei, Seki (Bontaro Miyake), è finito in prigione e poi in Manciuria. Okin non nutre più alcuna fiducia negli esseri umani e negli uomini in particolare: "tutti gli uomini sono vampiri e succhiano il sangue alle donne"; è rassegnata alla sua solitudine e si consola facendo crescere il suo gruzzolo, talvolta con cinica sapienza, tanto che è molto stimata da Itaya per la sua abilità nello sfrattare gli insolventi: sa che alla fin fine solo il denaro non la tradirebbe mai. Conserva ancora il suo shamisen, ma delle sue arti di geisha non sembra restato nulla, le passioni sono inaridite e i tempi sono cambiati. Quando gli uomini del suo passato, l'amante Sentaro (Sonosuke Sawamura) e lo spasimante Seki che tentò di ucciderla, si rifanno vivi non è certo perché in loro alberghi ancora la passione, anche loro hanno solo disperatamente bisogno di soldi. Il Sentaro che fu è diventato un uomo grigio e meschino, "...la guerra ha cambiato tutto...": Okin ormai ne è certa e brucia la foto che lo ritraeva giovane, per sancire il definitivo distacco da quei ricordi. Fuori piove a dirotto. Chiaramente Okin non è ben vista dalle sue debitrici ed ex-colleghe che lei non manca mai di trattare con sprezzante ironia: la chiamano "usuraia" e la biasimano per la sua cupidigia che l'ha condotta a una solitudine ancor più arida e vuota di quelle che loro stesse vivono. Nobu (Sadako Sawamura) è una delle geishe da cui Okin riscuote gli interessi, quella più pragmatica, si direbbe: rimpatriata dalla Manciuria dopo la guerra è riuscita a sposare un uomo onesto e remissivo e a mettere in piedi un modesto bar; ora sogna di avere un figlio, nonostante l'età avanzata e propizia il concepimento mangiando carote crude. Otomi (Yuko Mochizuki) e Tamae (Chikako Hosokawa) sono altre due vecchie conoscenze di Okin; sono entrambe vedove e vivono assieme, perennemente in bolletta. Hanno rispettivamente Tamae un figlio di 24 anni di nome Kiyoshi, e Otomi una figlia, Sachiko. Tamae tira avanti lavorando come cameriera in un alberghetto per mantenere se stessa e il figlio (bello, ma particolarmente inetto) che è la luce dei suoi occhi e a suo dire l'unica cosa che la tiene legata al mondo. Un tempo, quando lui era bambino, lo considerava un peso, si faceva chiamare da lui "sorella" e non "mamma", ma col passare degli anni ha finito per amarlo profondamente fino a viziarlo. Il giovane Kiyoshi (Hiroshi Koizumi) non riesce a trovare lavoro e la madre per tirare avanti si è fortemente indebitata con Okin: il ragazzo getta la madre nello sconcerto quando le rivela di essersi fatto un'amante, una donna equivoca e più vecchia di lui (che gli passa anche dei soldi), e la lascia nello sconforto più nero quando le annuncia di voler partire per la fredda e lontana regione di Hokkaido dove un conoscente gli ha trovato lavoro come minatore. Tamae accusa il colpo, il figlio le consiglia di trovarsi un nuovo marito, le lascia parte dell'anticipo che gli è stato dato per raggiungere l'Hokkaido, ma lei, che vorrebbe seguirlo, medita il suicidio. L’altra ex-geisha in miseria, Otomi, è il personaggio più grottesco e il più divertente del film, una donna che vive in modo totalmente sconclusionato, disordinata, una che riesce sempre a farsi licenziare, che deve soldi a mezzo mondo, gioca al pachinko e scommette alle corse. Nonostante questo conserva una sua certa dignità e franchezza e soprattutto si dimostra sempre fedele amica di Tamae. Per lei Okin è una stupida perché "...i soldi hanno valore solo in base a come li si usa..." e "...dovrebbe imparare come si spendono …": anche lei però poi finirà per chiederle un prestito. Sua figlia Sachiko è molto diversa: una ragazza giovane, pragmatica e intraprendente che lavora in un bar e supporta la madre anche economicamente, pur biasimandone lo stile di vita. Come Kiyoshi, anche lei decide di lasciare la madre perché ha accettato di sposare un uomo più anziano che puo' garantirle un futuro decoroso. Otomi la biasima perché, sposandosi giovane, perderà la possibilità di avere esperienze con altri uomini e, a suo dire, si può scegliere solo dopo averne provati molti. Le due vecchie amiche, ora che i loro figli si stanno emancipando, si ritrovano così ancora più unite e sfogano il loro dolore e le loro amarezze in una memorabile nottata di bevute e di considerazioni sulla condizione umana: "La gente percorre un sentiero di vanità senza fine chiamato vita. Ognuno deve prendere questa strada, la strada a senso unico dell'esistenza. Io lo so. La vita non è che un sogno vuoto". Giungono alla conclusione che solo la maternità le ha redente dal senso di vuoto, quella maternità che invece Okin non conosecrà mai. Kiyoshi intanto sta passando l'ultima notte a Tokyo con la sua amante e Sachiko è in luna di miele con novello sposo. Fuori cade quella stessa pioggia che sta cancellando per sempre le ultime illusioni di Okin, intenta a bruciare la foto del suo amore d'un tempo. La mattina dopo il sole splende sulla città, Tamae e Otomi, accompagnato il giovane Kiyoshi alla stazione da dove partirà per l'Hokkaido, pensano a rimettersi in sesto e trovarsi un nuovo marito. Okin sotto il medesimo sole si reca col contabile Itaya a visitare un terreno sul quale investire: la vita riprende così il suo consueto corso.




Naruse ci propone ancora "shomin-geki", storie di gente comune; molti dei suoi film sembrano fatti a posta per deludere coloro che amano lo stereotipo del lontano oriente esotico ed estetizzante. Probabilmente è anche per questo che mi appassiono ai personaggi che porta sullo schermo, della serie "te le do io le memorie di una geisha". In questo "Bangiku" troviamo ritratti di donne mature, di "crisantemi tardivi", perfettamente riusciti: grandi attrici, uno spettro di umori e relazioni complesso e abilmente intrecciato. Grazie Maestro.



(Tradotto da Cignoman per www.AsianWorld.it)