venerdì 30 settembre 2011

"Pagine sullo schermo" di Paola Scrolavezza - Tratto dall'introduzione a "Lampi" di Fumiko Hayashi, 2011


"Nel 1952 Inazuma viene portato sullo schermo da Naruse Mikio (1905-1969), portavoce di un cinema nel quale si riflette nitido e denso il senso di disagio che accompagna l'esperienza giapponese della modernità. Negli anni cinquanta i suoi maggiori successi sono state pellicole ispirate alle opere di Hayashi Fumiko, con la quale condivide l'attenzione al ruolo della donna e a una topografia metropolitana in incessante trasformazione. Quando adatta Inazuma, l'industria cinematografica stava uscendo dagli anni bui della guerra e della successiva occupazione americana. La democratizzazione del dopoguerra includeva la legge sui diritti delle donne e, a livello di costume, aveva portato una maggiore libertà sessuale, tuttavia il ruolo della donna nel nuovo Giappone restava un argomento controverso. In questo clima socio-politico il regista riprende e sviluppa il discorso della soggettività femminile già tracciato dalla scrittrice e, se la durezza del Giappone di Hayashi risulta temperata dall'ambientazione in studio e dalla recitazione delle star, la riflessione sulla realtà delle donne e sul loro insoddisfatto desiderio di felicità non abdica al proprio potenziale critico nei confronti della modernità e delle false promesse della democratizzazione dell'era Taisho.
Progettato da Naruse stesso, Inazuma è ambientato nel periodo postbellico (a differenza del romanzo che si sviluppa fra il '36 e il '37), per cui, anche se il regista rimane piuttosto fedele agli eventi narrati, li reinterpreta in un'ottica differente. Se nel testo la guerra è solo uno spettro che minaccia chi come Kasuke è partito per la Manciuria in cerca di fortuna e potrebbe anche rappresentare un'occasione di riscatto, nell'adattamento cinematografico si fa reale e tangibile, soprattutto nelle ripercussioni economiche della disfatta e nel decadimento morale di quanti non riescono a trovare il proprio spazio nella realtà postbellica. Così il marito di Nuiko passa da un progetto all'altro e accumula debiti su debiti, inseguendo la chimera di un guadagno facile e veloce, mentre Kasuke non riesce a trovare un'occupazione e spende le proprie giornate al pachinko, continuando a vivere alle spalle della vecchia madre.
Se il personaggio di Kiyoko conserva la testardaggine e la voglia di un futuro o di un destino diversi, possibili solo lontano da casa, li esprimerà con una nuova maturità: più pacata e determinata, meno tormentata e contraddittoria, sullo sfondo di una Tokyo ulteriormente moderna, dove alla bicicletta si è sostituita la moto e al kimono l'abito occidentale, dove una coppia di vecchi sposi può per la prima volta fare un giro turistico attraverso la città, in pullman. Tuttavia aleggia su tutto il film un senso di malinconia, di rassegnazione che è di Naruse, ma anche, come abbiamo visto, degli ultimi lavori di Hayashi."

Di Paola Scrolavezza, tratto dall'introduzione a "Lampi" di Fumiko Hayashi, Marsilio 2011.

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